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II missione in Rwanda

Rapporto seconda missione in Rwanda  21-30 maggio 2008

Grazie  alla collaborazione delle amiche dei Club Soroptimist rwandesi e alla sapiente regia di Bettina Scholl- Sabbatini, artista lussemburghese ideatrice del Centro San Marco a Kanombe oltre che di una importante iniziativa internazionale come la Maratone per la Pace che si tiene da cinque anni a Kigali in occasione dell’anniversario del genocidio, siamo riusciti a definire tutti gli elementi, non solo, per realizzare il primo workshop a settembre, ma anche per avviare un programma più preciso dello sviluppo del Centro.
Credo, infatti, che con l’inaugurazione ufficiale del Centro,  il giorno prima della Maratona per la Pace, siamo oggettivamente entrati in una nuova fase che deve vedere il nostro contributo sempre più orientato verso il funzionamento del Centro come luogo di formazione.
Rispetto a  questo obiettivo siamo riusciti ad avviare degli importanti contatti che, speriamo,  permetteranno, al programma avviato con la Fondazione Claudio Buziol, di sviluppare le proprie potenzialità in stretto legame con alcune delle più importanti istituzioni culturali del Rwanda.

In particolare:

1.Nell’incontro con il prof. Abraham Atta Ogwu, rettore del Kist (Kigali Institute of Science & Technology), abbiamo avviato un programma di collaborazione che, oltre a portare alla firma di una convenzione tra Kist ed Università Iuav di Venezia, si concretizzerà, già a settembre, con la partecipazione di docenti e studenti rwandesi agli workshops .
Uso il plurale perché  con il rettore abbiamo deciso di organizzarne a settembre due in parallelo: uno al Centro sul progetto dei gioielli e uno all’università sull’uso del banano per la realizzazione di componenti edilizie.
Questo secondo tema, da noi proposto, ha incontrato un grande interesse da parte del rettore, sia perché il Rwanda sta avviando una politica di valorizzazione dei materiali locali, sia perché il Kist ha istituito dal gennaio di quest’anno la prima Facoltà di Architettura del Rwanda.

2. Nell’incontro a Butare con il dott.Kanimba Misago Célestin, direttore dell’ Institute of National Museums of Rwanda, abbiamo invece definito un programma di lavoro che si articolerà in due fasi:
a) Collaborazione al corso di formazione che organizziamo al Centro con la Fondazione Claudio Buziol e il  Kist dal 7 al 18 settembre di quest’ anno.
b) Collaborazione all’organizzazione di una mostra,  “Made in Rwanda. Tradizione e innovazione nel design delle fibre vegetali”, che proponiamo di organizzare nel settembre 2010 a Venezia in occasione della 12 Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia.
Una mostra, che in seguito pensiamo possa essere itinerante, impostata per  presentare i risultati dei due workshop.
Ma anche una mostra che estenda l’informazione sulle attività dell’Atelier Rwanda, che da ipotesi di lavoro, lanciata alla Biennale di Venezia nel 2008, è diventato,  a questo punto del suo sviluppo, una sezione operativa del Centro San Marco di Kanombe, finalizzata allo sviluppo della ricerca sul design in Rwanda.
Per quanto riguarda la prima fase, il Corso di formazione, l’ Institute of National Museums of Rwanda collaborerà con il nostro programma fornendo:
•    due artigiane che ci aiuteranno a studiare le tecniche tradizionali e a realizzare dei primi prototipi di gioielli insieme agli studenti
•    il materiale vegetale necessario, già pronto per essere utilizzato, necessario perché le due artigiane riescano a lavorare insieme ai partecipanti ( 12 persone tra rwandesi ed europei) nei 12 giorni del corso
•    gli eventuali strumenti di lavoro necessari

Alle due artigiane inviate dall’Institute of National Museums of Rwanda  abbiamo deciso di affiancare due giovani artigiane di Kigali che, in agosto seguiranno un corso al Museo di Butare, e dopo il workshop costituiranno un primo nucleo operativo dell’ Atelier Rwanda nel Centro San Marco.

3. Tutti questi temi sono stati illustrati in un incontro con Joseph Habineza Ministro dello sport e della cultura che non solo ha dimostrato grande interesse per il nostro programma di lavoro, ma sta valutando la possibilità che la mostra rappresenti la prima partecipazione ufficiale del Rwanda  alla Biennale di Venezia. Un risultato certamente importante se si considera che l’Africa nera è oggi rappresentata solamente dal Sud Africa.

4. Gli stessi temi sono stati illustrati in un incontro con l’ingegner Linda Bihire, Ministro delle infrastrutture, che ha garantito la piena collaborazione ai programmi e la disponibilità a partecipare alla conclusione dei workshops.

5. L’ultimo incontro lo abbiamo avuto con la professoressa Teresa Ayuko Akenga, che il rettore del Kist ha delegato a  seguire l’organizzazione dei workshops e con cui abbiamo concordato il programma operativo che vi allego.

Come si vede, pur nel breve periodo della nostra presenza in Rwanda, siamo riusciti a costruire le condizioni essenziali per fare in modo che il nostro programma oltre a realizzarsi in settembre possa svilupparsi e, trovando le risorse economiche indispensabili, crescere.