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Dal contenitore al villaggio

“Il mio concetto di architettura abbraccia l'intero ambiente della vita umana; non possiamo sottrarci all'architettura, finché facciamo parte della civiltà, poiché essa rappresenta l'insieme delle modifiche e delle alterazioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane.”  William Morris, (1834-1896)

Questa definizione è stata il punto di riferimento di tutta l'Architettura moderna del XX secolo, sintetizzata nell'epigrafe di Walter Gropius (1883-1969) "dal cucchiaio alla città", che definisce il campo di applicazione dell'architetto.

Negli ultimi decenni la cultura del progetto ha invece subito una costante frammentazione dei saperi alla ricerca di una presunta aderenza alle esigenze specialistiche del mercato.

“Dal contenitore al villaggio”, riproponendo la sintesi di Gropius, pone l’attenzione sui possibili effetti di una ricomposizione dei saperi progettuali rispetto alle esigenze di uno sviluppo sostenibile in Africa e, in  particolar luogo, in Rwanda.

Un percorso di ricomposizione dei saperi progettuali che individua nel “villaggio”, inteso come unità fisica, culturale e produttiva, un campo di sperimentazione dove i saperi tecnici popolari interagendo con i saperi tecnico-scientifici possano generare processi innovativi.

Il villaggio come luogo delle comunità contadine, delle piccole produzioni agricole commerciali, verrà analizzato, in questa ottica, anche come il luogo privilegiato della produzione artigianale.

Le pratiche artigianali, storicamente integrate con l’attività agricola, si sono infatti sviluppate e consolidate, in tutte le regioni del pianeta, influenzate dai ritmi “naturali” dell’agricoltura e dalla disponibilità di risorse naturali.

In primo luogo la terra, trasformata in ceramica ( la poterie), e le fibre vegetali lavorate ed intrecciate (la vannerie)

Il tema didattico proposto “dal contenitore al villaggio” è quindi un’occasione per stimolare gli studenti ad approfondire una delle peculiarità della cultura, e dell’economia, ruandese: l’agricoltura.

L’obiettivo formativo, oltre all’acquisizione di specifici saperi progettuali, è la capacità di comprenderne le potenzialità rispetto a scelte di sviluppo sostenibile.